TERAMO – Una parte della ‘Fabbrica del Benessere’, progetto pilota nazionale di Housing Care che sta nascendo a Colleparco, diventerà la dimora temporanea di parte delle famiglie teramane che hanno perso la casa a causa del terremoto del Centro Italia e che in attesa della ricostruzione non possono rientrare nelle loro abitazioni. Alcuni alloggi del nuovo quartiere in corso di edificazione in via Balzarini sono stati inseriti nella graduatoria delle case che verranno acquisite dalla Regione Abruzzo con fondi della Protezione Civile, rispettando una graduatoria in corso di formazione da parte del Comune di Teramo.
Per definire il tutto e valutare lo stato effettivo delle abitazioni in corso di realizzazione proprio nei giorni scorsi c’è stato il sopralluogo nel cantiere da parte della struttura di missione per il superamento delle emergenze (Smea), guidata dal responsabile regionale della Protezione Civile, Antonio Iovino, da Alessio Anzuinie e Luca Di Giammatteo, alla presenza anche di Nicola Salini, commissario dell’Ater di Teramo e di Coletta Puritani, funzionario del V Settore del Comune di Teramo.
La volontà di destinare una parte degli alloggi agli sfollati del terremoto s’inserisce nell’ottica più ampia di attenzione e cura alle diverse tipologie di fragilità sociali, in particolare sanitarie e della terza e quarta età, che la ‘Fabbrica del Benessere’ si pone come obiettivo prioritario. La parziale destinazione degli alloggi alle famiglie terremotate si integrerà coerentemente nel progetto residenziale complessivo.
La ‘Fabbrica del Benessere’ è il primo progetto Housing Care d’Italia, che dà forma ad una nuova concezione dell’abitare che va molto oltre la mera residenzialità, occupandosi di produrre benessere e qualità della vita per i cittadini e le famiglie. Un abitare progettato come un «flusso di servizi» diretto ai residenti, “prendendoli in carico”, a domicilio, per ogni necessità, con il supporto nella gestione delle esigenze di natura prima di tutto sanitaria, ma anche sociale, relazionale, comunitaria. Un modello di abitare diretto a tutti che tuttavia presta una particolare attenzione alle fragilità: terza e quarta età, famiglie con disabili, famiglie con necessità di cure ed assistenza domiciliare, separati, studenti, professori e ricercatori, single.
Un progetto che punta all’eccellenza dei servizi, soggetto ad innovazione continua; un’innovazione, come evoca lo stesso nome di “Fabbrica” intesa come luogo di costante miglioramento, anche grazie all’ausilio di partners all’avanguardia, perché i residenti del borgo si sentano sempre protetti, al sicuro e supportati.